Guida assistita in moto | La mie idee “geniali” irrealizzate (purtroppo) …

In questa categoria rientra senz’altro Smartrough o Sistema Interconnesso di guida assistita in Moto.

L’idea nacque intorno al 2012, grazie al mio amore per l’informatica e la tecnologia (che sono stati per anni, anzi decenni, il mio lavoro oltre che la mia passione) e dalla mia esperienza da motociclista, sempre alla ricerca di migliorie per il comfort e, perché no, di quell’idea rivoluzionaria che forse mi avrebbe cambiato la vita.

In cosa consisteva Smartrough?

Il controllo del sistema Smartrough

GPS, antifurto e soccorso integrati

Perché rimase irrealizzato?

In cosa consisteva Smartrough?

Nella iperconnessione tra la moto, il suo conducente, ed un sistema centralizzato di gestione delle informazioni.

cruscotto_smartroughAvevo immaginato una dashboard (una sorta di cruscotto) che veniva montata in modo fisso sulla moto, all’altezza degli occhi del pilota.

Su questo cruscotto convergevano i dati del mezzo (telemetria), con indicazioni provenienti da CAN-bus (Controller Area Network), quindi, rilevamento e registrazione di ogni evento che riguardasse la moto (pressione gomme, consumi, percorrenze, manutenzione) oltre ad altri dati fruibili tramite utilizzo di altri sensori (giroscopio, accelerometro, inclinometro, ecc).

Inoltre, vi era implementata una telecamera per visione e registrazione diurna e notturna (con rilevamento di ostacoli sul percorso).

Altre funzionalità implementate sul cruscotto a servizio dello Smartrough, erano il Navigatore stradale, il Navigatore cartografico (utile in percorsi non stradali, non segnalati sulle mappe o in off-road) ed il Road Book Digitale (App utile per memorizzare percorsi tracciati in precedenza, per competizioni o tracciati off-road).

lente_integrata_smartroughIl controllo del sistema Smartrough

Il controllo del sistema avveniva tramite un telecomando da manubrio (utile per spostarsi tra le varie app ed agire all’interno delle stesse senza alzare le mani dallo stesso) o tramite comandi vocali con utilizzo di un interfono per il casco (nel quale venivano anche riprodotte le segnalazioni del sistema, dotato inoltre di un sensore che segnalava al sistema il grado di inclinazione del pilota e del passeggero).

Tra le funzionalità che avevo ideato, figura anche l’Head-Up Display, che visualizzava su una lente applicabile al casco informazioni e notizie provenienti dal sistema, consentendo così di non distogliere mai lo sguardo dalla strada.

centralina_sensori_smartroughGPS, antifurto e soccorso integrati

Tramite il sistema GPS e le altre connessioni, inoltre, era possibile rintracciare la moto ovunque (Antifurto), con l’ausilio del sensore di inclinazione avevo previsto inoltre un sistema di Soccorso via GPS e WIFI: se casco e moto superavano i 60° di inclinazione (moto e pilota a terra) il sistema provava inizialmente ad inviare una chiamata al pilota, in caso di mancata risposta in 60 secondi partiva una chiamata di soccorso al call center collegato, fornendo coordinate e video dell’accaduto.

Il sistema era in grado di inviare i dati di percorrenza, tecnici e stradali, ad una centrale remota consultabile online, utile per la gestione della manutenzione e di altri servizi; la banca dati in cloud, inoltre, raccoglieva tutte le informazioni utili per l’assistenza, per la certificazione in caso di sinistri, per le casistiche d’errore, e tanto altro ancora.

Perché rimase irrealizzato?

Troppo visionario?

Non direi, visto che qualche anno dopo un sistema del genere (ma, consentitemi, non così completo) è stato adottato dalla maggioranza dei produttori; molto più semplicemente l’idea geniale (senza falsa modestia) mi venne nel momento sbagliato, per la realizzazione dei prototipi infatti era necessario investire una somma ingente di cui, all’epoca, non disponevo.

Ovviamente non mi sono fossilizzato su questa battuta d’arresto, chi mi conosce da tempo sa che arrendermi non è nella mia natura, invece chi mi conosce meno potrà farsi un’idea dalla lettura degli altri articoli del mio blog.

Seguimi …

Prodotti ideati per Africa Twin

Una breve storia dei prodotti after market ideati per la mia Honda Africa Twin

La mia passione per la moto (posseggo una Honda Africa Twin) mi ha portato nel corso del tempo a ideare e realizzare diversi prodotti per personalizzare la mia motocicletta, ma tutti concepiti con due scopi: colmare piccole o grandi lacune che avvertivo da motociclista e migliorare il comfort rendendo tutto più sicuro.

Unicat e Unicat-Grid
Travel Wing l’Alamica e Twist&Go
Travel Hook
Pedane All Terrain, Paracarene KKbars e Pinna laterale removibile
Kit galleggiante e spia benzina
La mia disavventura
Sella unica
Sella con cuscino removibile e Paracolpi in pelle
Funghetto portaccessori
Red Cap

Unicat e Unicat-Grid i primi prodotti per personalizzare la moto

Unicat e Unicat-Grid

Il primo prodotto per personalizzare la motocicletta fu Unicat, un parafari in policarbonato, compatto, che si montava ad incastro senza necessità di bucare le carene, facilmente smontabile e rimontabile per le uscite più impegnative in off road.

A questo accoppiai Unicat-Grid, una griglia in alluminio a protezione dei fari.

Travel Wing l'Alamica

Travel Wing l’Alamica e Twist&Go

Successivamente dovetti affrontare un doppio problema, quello delle turbolenze e quello di avere un appoggio adeguato per i supporti di smartphone o telepass.

Fu così che nacque Travel Wing l’Alamica, uno spoiler disegnato e testato da me che si andava ad applicare sul parabrezza originale dell’Africa Twin, ampliandone e migliorandone l’efficacia (con la successiva evoluzione del modello Twist&Go, che si applicava ad incastro sullo spoiler).

Già con queste migliorie comincio a personalizzare la mia moto, a sentirla parte di me.

Travel HookTravel Hook

La diffusione dei navigatori anche per gli amanti dei viaggi su due ruote, mi portò ad immaginare, e realizzare, un supporto poco “invasivo” per gli accessori necessari ad altezza d’occhi.

Fu la volta del Travel Hook, il gancio che con un semplice montaggio ad incastro sul parabrezza mi permise di viaggiare con il navigatore sempre in evidenza.

 

Pedane All Terrain, altri prodotti per personalizzare la moto per l'offroadPedane All Terrain, Paracarene KKbars e Pinna laterale removibile

Secondo voi mi sono fermato a godermi la soddisfazione di questi interventi per customizzare la mia compagna di scorrazzate?
No! Assolutamente no! Anzi, numerosi altri prodotti sono nati per personalizzare la mia moto.

La mia passione per i percorsi fuori strada, e le immancabili “scivolate” mi portarono ad ideare altri accessori per la sicurezza e per una più adeguata  protezione della mia “Africa Twin”.

Paracarene KKbars e Pinna laterale removibile, una miglioria per la sicurezza e per personalizzare la motocicletta

 

Fu la volta delle Pedane All Terrain, del Paracarene Kkbars in acciaio inox (mi ha salvato la moto in diverse occasioni) e della Pinna laterale removibile progettata per saltare via in caso di incidente, ma con ricambio disponibile  e foro interno per l’eventuale passaggio di cavi.

Sono invenzioni della mia passione, come è facilmente intuibile guardando le foto, nate per preservare la moto (anche me, in verità) dai danni provocati dalle cadute in off road (e non solo).

Kit galleggiante e spia benzina

Ma ora posso farti una domanda? Hai mai conosciuto qualcuno che non sia rimasto a secco con l’Africa Twin 750 (RD07 o RD07A)?
Io. no. Infatti, sono restato a terra perché questa moto non prevede la spia della benzina, ed è una cosa davvero poco piacevole specialmente se sei in giro in campagna o in montagna.

In un centro abitato si rimedia sempre ma in questi casi è davvero spiacevole.

Io, non te lo auguro perché dovrai solo fare affidamento nella buona sorte e sperare in un’anima pia che ti venga subito in soccorso.

Ma ora voglio raccontarvi quello che capitò a me e che fu lo spunto per la nascita del kit.

La mia disavventura

Come sai, il rubinetto originale ha due posizioni: “normale” e “riserva”.
Ora immagina di dimenticare, dopo aver fatto benzina, la leva (che si gira al volo e alla cieca, visto che è dietro, con la mano sinistra, ai primi cenni di mancanza di benzina) sulla posizione di riserva come ho fatto io.

Me ne sono accorto di notte, al buio, in fase di sorpasso a 120 km/h nella curva cieca sulla tangenziale di Salerno, quasi all’uscita di Pontecagnano (chi è della zona sa di cosa sto parlando).

Kit galleggiante e spia benzinaAccosto al guardrail quanto più possibile (questa moto non ha le frecce d’emergenza), guardo la levetta ed era già posizionata su “riserva”.

Non mi restava altro da fare che schivare le auto che filavano in velocità fra una strombazzata e l’altra con il rischio di essere travolto.

Allora tento di prendere la rincorsa con la moto che pesa oltre 200 kg ed è alta come un cavallo. Quindi, provo a passare sulla corsia di destra e poi in quella d’emergenza. Alla fine ci riesco ma devo spingere quel cavallo a mano, ansimando, fino al vicino distributore “Agip” che è proprio all’uscita. È un eufemismo dire “vicino” perché saranno stati un centinaio di metri.

Arrivo alla pompa, ma il bancomat non funziona. Non ho un euro in tasca.
Aspetto. E poi, aspetto ancora. Rimugino (per non dire altro) con la speranza che mi si accenda una lampadina in testa, qualche idea. Nulla. Cerco di stare calmo nell’attesa che accada qualcosa. Passa circa un’ora, una lunghissima ora al freddo, ma al distributore non arriva nessuno, finché arriva un’auto. Faccio la faccia tosta e mi faccio prestare cinque euro motivando la mia urgente richiesta. Scrollo la pompa nel serbatoio e riparto per raggiungere un distributore dotato di bancomat. Dopo pochi chilometri lo trovo. Mentre faccio benzina poggio il mio telefono sulla sella. Riparto, il telefono scivola giù ma non me ne accorgo. Me ne accorgo quando arrivo a casa…

Tralascio di riportare le mie colorite “esclamazioni” e penso: tutto questo per una levetta del beeeeep che sono scordato di riposizionare precedentemente dopo aver fatto benzina?! Ma porcacciamiseria!

Da allora, per rimediare a questa “carenza” e per evitare di rivivere esperienze surreali come quella che ti ho appena raccontato, ideai un “Kit con galleggiante e spia luminosa” che in maniera semplicissima evita l’inconveniente e consente di girovagare con maggiore serenità Ti sembra poco?

Sella unica

Sella unica

Altri interventi mirati a rimediare a quelle che reputavo “carenze” furono la Sella unica per la nuova AfricaTwin (che di serie prevedeva la doppia sella).

A proposito, prova a fare off road ed a scivolare tra due selle separate, e vedi se non ti vengono, come me,  i dolori al solo pensarlo …

 

Sella con cuscino removibile e Paracolpi in pelle

Sella con cuscino removibile, continuo a personalizzare la motociclettaParacolpi in pelle

 

Esaminiamo altri prodotti con cui ho voluto personalizzare la mia moto.

Due migliorie per il comfort furono la Sella con cuscino removibile (questa volta ho voluto pensare anche al passeggero, con i sentiti ringraziamenti della mia Zavorrina in primis) ed il Paracolpi in pelle.

 

 

 

 

Funghetto portaccessori per personalizzare la motocicletta

Funghetto portaccessori

Questa escursione storica sui “miei” accessori per customizzare la motocicletta termina con il Funghetto portaccessori in policarbonato compatto, applicabile su manubri e traversini.

 

Red Cap

Red Cap

Ultimo prodotto (o primo del nuovo corso) fu il Red Cap, nato non per personalizzare la mia motocicletta ma per risolvere il noto problema dell’usura del millerighe della trasmissione.

Red Cap è stato il precursore del pignone Superpinion, era realizzato con tre rondelle in acciaio che, insieme, raggiungevano lo spessore dell’attuale Superpinion (e qui comincia la mia  meravigliosa avventura che sarà anche la tua).

 

 

Buona strada, amico mio.